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Recensione Unreal Tournament

Recensione Unreal Tournament
Prodotto da : GT Interactive
Categoria : Sparatutto 3D
Autore Recensione : Christian Michelini di ALK Libri

Unreal Tournament (UT per gli amici) è l’ultimo gioco sparatutto 3D creato dai geniacci della Epic, dopo il successo commerciale del suo predecessore. Unreal infatti è stato un ottimo gioco, dal forte impatto grafico e sonoro e caratterizzato da un’interessante trama fantascientifica.

UT al contrario, non punta certo le sue carte su una trama approfondita e coinvolgente. Infatti in UT vi troverete catapultati nel bel mezzo dell’azione, in arene varie ed eterogenee nelle quali affronterete gli avversari, in duelli all’ultimo sangue per la supremazia. Poca trama, molto sangue: è così che ci piace… All’inizio sarete accolti da una presentazione realizzata con il motore grafico del gioco: bella, vi catapulterà immediatamente nel giusto spirito combattivo, essenziale per la vittoria. Basta premere Esc e verrete introdotti nella schermata dei menu. Da qui potrete decidere di impostare le opzioni di gioco per la migliore resa sul vostro computer. UT è un gioco esigente dal punto di vista hardware, ma estremamente configurabile per permettere anche ai sistemi meno potenti di rendere il gioco godibile e veloce.

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Dal menu impostazioni potete anche decidere l’aspetto e il nome del vostro alter ego virtuale. A questo punto arriva una nota dolente: rispetto al suo antagonista Quake 3 Arena, UT purtroppo mette a disposizione molti meno modelli, tutti piuttosto simili, e differenziati unicamente in maschili e femminili. Non c’è la varietà di skin e model presente di serie nel capolavolo della iD. Ma il problema è facilmente ovviabile: in rete si trovano già decine e decide di modelli differenti che arrichiscono il gioco e gli scontri con gli avversari. Ma ora passiamo subito all’azione. E’ possibile scegliere di giocare a UT, iniziare una sessione di pratica, oppure di lanciarsi subito negli scontri in rete con avversari umani (e pericolosi!). La prima di queste opzioni è il cuore dell’avventura single player. Si affronteranno dei bot (gli avversari computerizzati) dotati di bravura crescente, partendo dalla modalità deathmatch (tutti contro tutti). Qui conterà unicamente l’abilità del singolo, dato che non avrete aiuti esterni e tutto dipenderà dalla vostra perizia. Vincendo gli scontri verranno abilitate le successive modalità di gioco. Si affronterà allora il dominio (dominion), in cui due squadre si fronteggiano per il controllo di 3 punti strategici dislocati nella mappa. Vengono assegnati punti-tempo per ogni secondo di controllo di uno di questi tre punti. Vincerà la squadra che conserverà per il maggior tempo la supremazia strategica sui controlli.

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La terza modalità, quella più giocata in rete, insieme al deathmatch, è il cattura bandiera (CTF). In essa, due squadre combattono per andare a rubare la bandiera degli avversari e trasportarla al proprio fortino. Per ogni azione di “furto” andata a buon fine, si verrà premiati con un punto per la propria squadra. Vengono anche assegnati punti ai singoli giocatori per i frags (uccisioni) fatti, per aver riportato la propria bandiera o per aver rubato quella avversaria, ma lo scopo primario è quello di far vincere la propria squadra, raggiungendo il limite di punti stabilito (generalmente 3 o 5). Niente più lanciarsi nella mischia a testa bassa! Qui conta lavorare per gli altri, stare in difesa della propria base o difendere il porta-bandiera. La quarta modalità si chiama assalto (assault). Qui le cose si fanno più complesse. All’inizio di ogni mappa vi verranno assegnati due o più obbiettivi. Ancora una volta le squadre combatteranno aspramente, ma ora una delle due sarà all’attacco per raggiungere gli obbiettivi proposti, mentre l’altra sarà ingaggiata in un frenetica difesa della propria postazione contro i nemici. Quando la prima squadra finisce la propria missione, starà alla seconda attaccare. Vince chi impiega il minor tempo a raggiungere gli obbiettivi prefissati. La vittoria in queste quattro modalità permette di attivare la quinta, in cui si fronteggiano i migliori bot in deathmatch, fino ad arrivare all’ultimo, il capo di tutti, una specie di androide molto arrabbiato e pure insolente! Quando avrete vinto tutto, potete decidere di iniziare una sessione di pratica, da cui avrete accesso a tutte le mappe e a tutte le modalità, con l’aggiunta del deathmatch a squadre (fino a quattro). Passiamo ora ad analizzare alcuni pregi del gioco, confrontando UT con Quake 3 Arena (Q3A), il suo maggiore contendente, riservandomi di parlare del gioco in rete nel finale. Discorso mappe: UT è molto vario. Giocherete in remoti e romantici galeoni, in monasteri indiani arroccati su impenetrabili picchi montani, in tantissime mappe fantascientifiche, fra cui bellissime quelle dell’astronave aliena, in cui vedrete scorrere le stelle mentre siete proiettati a velocità curvatura (Star Trek insegna), e fantastica quella delle quattro altissime torri con gravità lunare, dove gli scontri saranno in volo tra una postazione e l’altra, mentre cercate di non cadere nel vuoto. A mio parere, per quanto riguarda le mappe UT vince su Q3A, per la varietà sia delle ambientazioni sia cromatica. Q3A ha colori a volte monotoni, mentre in UT questo problema non sussiste. Discorso armi: qui UT vince a mani basse. Sono estremamente bilanciate, dotate di sparo alternativo. Sono tutte molto utili, e se devo criticarne una, direi che solo il maglio ad impatto è stato realizzato male, ma comunque non si usa praticamente mai. Esaltante aggirarsi per le mappe con due pistole, modello cowboys, mentre il lanciamissili è letale e può caricare fino a sei colpi, sparando anche le granate (poco utili generalmente). In rete si usa molto il fucile shock, che, se usato abilmente, permette di generare delle discrete esplosioni che uccidono all’istante. Poi abbiamo mitragliatori a palletoni, a impulsi (con modalità “affettatore”), lo squartatore che lancia dischi di acciaio che segano gli avversari, lo “spara-caccole” (quando lo vedete capirete perché…). Appagante il fucile da cecchino, che con un colpo in testa secca immediatamente un avversario: peccato sia così difficile usarlo in rete, a causa della velocità dei nemici umani. Rispetto a Q3A, sotto l’aspetto delle armi, UT si rivela più vario, bilanciato e appagante, creando scontro meno frenetici e più diversicati. Se il vostro obbiettivo e andare e distruggere allora Q3A fa per voi, ma se volete un minimo di riflessione in più, allora UT è da preferire.

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Discorso modelli: ne abbiamo già parlato: Q3A vice clamorosamente, mentre UT si assesta su livelli a malapena sufficienti (almeno di serie). Discorso intelligenza dei bot: qui entriamo nelle preferenze personali. Molti dicono che i bot di Q3A sono strepitosi, e si possono dare anche ordini scritti se si gioca in cattura bandiera. E’ vero, ma ciò nonostante io preferisco quelli di UT, perché mi paiono più “umani”. In Q3A ci sono 5 livelli di difficoltà, ma nei primi due gli avversari sono rincitrulliti, mentre dal terzo in poi si è di fronte a macchine da guerra. In UT i livelli sono 7, molto più progressivi. Sono tutti umani, tranne gli ultimi due. Con questo voglio dire che se sparate nascosti a un nemico, questo non vi pianterà una palla in testa con il suo mirino al laser, ma rimarrà un po’ stupito e non capirà da dove proviene il colpo. In Q3A poi i bot saltano continuamente: è vero che in rete ci sono giocatori esperti che usano questa tattica, ma in single player preferisco trovarmi di fronte meno avversari zompettanti e potermi divertire di più con il cecchinaggio. Questo, almeno, è il mio parere. Per quanto riguarda il sonoro del gioco, è abbastanza vario, con insulti impudenti (anche se addolciti rispetto alla versione inglese), urla e una voce fuori campo che annuncia uccisioni multiple o colpi in testa. Per ottenere una uccisione m-m-m-mostruosa sarete disposti a tutto! Della grafica abbiamo già parlato con le mappe: qui aggiungo solamente che mancano alcuni preziosismi di Q3A, soprattuto le superfici curve e le archittetture complesse, ma sinceramente alcune di queste migliorie non sono apprezzabili nella frenesia dello scontro (si vede che sono un partigiano di UT ;-) Ora parliamo un po’ di multiplayer. Una volta finito il gioco in singolo, i vostri orizzonti (bolletta permettendo) si apriranno per abbracciare la filosofia (sadica!) del gioco in rete. Qui affronterete le stesse modalità analizzate in precedenza, con in più la caratteristica di affrontare solo avversari umani, quindi veri, con le loro tattiche e la loro esperienza. Probabilmente per i meno esperti sarà difficile all’inizio combattere in rete: ci si trova di fronte vere e proprie macchine da guerra! Ma se si resiste, e si incomincia a entrare nei meccanismi e nella frenesia di gioco, allora il divertimento è garantito, soprattuto se avete una buona connessione a Internet. Alternativamente, potete decidere di iniziare a giocare a squadre, dove conta meno la bravura del singolo e anche senza essere dei campioni si può comunque contribuire alla vittoria. Ora analizziamo l’ultimo aspetto, quello che ha consacrato UT (e Q3A) nell’olimpo dei giochi: le modifiche. Mods, mutatori, skins, modelli, mappe, utilities, filmati, pacchetti sonori: in rete trovate tutto! Se le mappe sono tantissime, realizzate con l’editor incluso nel gioco, troverete anche nuove voci da dare al vostro campione, un look molto più aggressivo con le skins e i modelli, potrete imparare i trucchetti spregevoli con i filmati degli scontri memorabili, e via di questo passo. Discorso a parte meritano i mutatori (mutators) e i mods. I primi sono piccoli files (poche manciate di Kb) che apportano modifiche al gioco: alcuni sono veramente spassosi come Instagib, che uccide l’avversario con un sol colpo, o Fatboy, che vi rende grassi se uccidete e smilzi se vi ammazzano spesso. I mods, invece, sono ampie (o immense) modifiche al gioco originale: si passa dalle azioni di guerra reale (molto bello Strike Force), agli scontri con il lanciamissili in Rocket Arena, alle avventure in singolo di Unloaded con visuale dall’alto, ai mods di esaltazione come Mionions of destruction, oppure all’eccellente U4eT, che aggiunge quasi 50 armi nuove e spassosissime. Davvero delle belle variazioni sul tema che assicurano una longevità elevata, anche quando viene a noia il gioco originale

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. Da quanto ho detto sopra, si può capire che UT è veramente un gioco vasto e supportato: in rete troverete tantissimi server per giocare, pacchi di mappe ufficiali e non, costanti aggiornamenti tramite le patch che vengono rilasciate dalla Epic. Sicuramente UT è un gioco che NON è passato inosservato e NON finirà nel dimenticatoio.

Commento Finale

Un bel gioco. Veramente. Se penso a tutti quei giochi per cui spendiamo centomila lire e poi ci durano solo una settimana o poco più, devo dire che UT vale veramente tutto quello che costa. Vi durerà per mesi e mesi, tra mods, mutatori e gioco in rete, e quando un amico verrà a casa vostra con il suo computer, cosa fate? Montate UT e la sfida abbia inizio!!

Giudizio

| Grafica 9 | Sonoro 8 | Giocabilità 8 | Longevità 8 | Globale 9 |

Un Ringraziamento particolare a Christian Michelini per aver regalato agli utenti di friskon.com questa Recensione.

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